E venne un tempo in cui i social network superarono la democrazia. Eravamo tutti impegnati a proteggerci da un virus mondiale, tutti coesi a lanciare lo stesso identico messaggio “state a casa e riducete i rapporti sociali”.
Il social network prese il sopravvento sulla politica, ma forse era già successo da prima e nessuno di noi ci aveva fatto caso. Potrebbe iniziare così una cronaca del futuro, parlando di questi giorni quantomeno originali.
Un tempo in cui non riusciamo più a scandalizzarci per niente, presi ognuno a difendere le proprie posizioni dividendo il mondo ognuno verso il proprio estremismo. Si usano termini come “fascismo” “comunismo” “dittatura” “deportazione” “criminali” “ladri” etc per definire le più svariate forme ideologiche. Basta pendere anche solo leggermente da un parte per essere etichettati a destra o a sinistra.
Nutri dei dubbi sulle dinamiche di una pandemia globale ? Sei un “negazionista” Hai paura di fare un vaccino di cui hai in mano poche informazioni ? Sei un “novax” Vorresti una redistribuzione del reddito a favore delle classi meno abbienti ? Sei un “comunista” Sei un elettore di destra ? Sei un “fascista”
Un pazzo vestito da Jamiroquai assalta il Congresso Usa e riesce addirittura ad entrare, seguito da una banda di scalmanati che normalmente starebbero al parchetto a bere birrette. Gente pericolosa per la propria follia, non certo per l’identità politica. Da democratico mi chiedo, come è possibile che si possa etichettare tutto il corpo elettorale che ha sostenuto Donal Trump come estremismo di destra ?
Siamo ancora in grado di distinguere i fatti dalle nostre opinioni ? Me lo chiedo perchè non capisco più il concetto stesso di discussione democratica. Le stesse persone che oggi inneggiano a Biden e alla “più grande democrazia del mondo” fino a quindici anni fa hanno portato avanti la più convinta cultura antiamericana e antioccidentale. Abbiamo distrutto il nordafrica e il medio oriente insieme ai più grandi democratici (Obama di cui sono un grande fan), insieme ai laburisti (Tony Blair, al quale invece non perdonerò mai le menzogne che hanno fatto esplodere la guerra in Iraq).
Ma quando le guerre e le battaglie le fanno gli altri siamo sempre pronti a puntare il dito verso i “fascisti”. Lo scontro dialettico è necessario alla democrazia, ma solo quando è basato sul rispetto reciproco e sull’onesta intellettuale.
Nel mondo di oggi non vedo nè l’uno, nè l’altro. Una grave responsabilità con cui dobbiamo fare i conti.